I danni sono inquantificabili, la certezza è che tutti li hanno avuti. La pioggia battente dei giorni scorsi non ha coinvolto solo il centro urbano di Margherita di Savoia, ma anche gli arenili che dopo 24 ore sono ancora allagati. Le campagne più colpite sono quelle a nord della cittadina pugliese adibite alle culture del paniere dei prodotti tipici: patate, carote e cipolle. «Il vero problema – secondo un agricoltore – è che non ci aiuta nessuno. I danni tutti i contadini li abbiamo subiti e siamo esausti. Chi sta soffrendo di più sono i giovani, perché non è possibile che un padre di famiglia veda perdere il raccolto in questo modo. Stiamo ascoltando troppe parole e stiamo vedendo pochi fatti».

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La spiegazione è logica: delle colture come patate e carote è vero che necessitano di molta acqua, ma è altrettanto vero che se il germoglio viene eccessivamente irrigato rischia di marcire. «Ci risiamo – afferma il contadino e dirigente provinciale dei Conservatori e Riformisti Lorenzo Piazzolla -. È bastata una forte pioggia per danneggiare il raccolto degli agricoltori di Margherita. È chiaro che le precipitazioni di questi giorni abbiano provocato dei danni, ma non è ancora possibile quantificarli perché il tempo non è ancora stabile. Le primizie, i raccolti di patate e carote, i vivai delle cipolle sono stati compromessi dall’acqua che ha invaso i terreni. Tutto questo può essere letto come un monito da parte della natura che ci sta dando periodi di forte siccità e giorni in cui cade tutta la pioggia non fatta nei mesi precedenti. Per risolvere il problema basta realizzare un canale di drenaggio, un’opera che ai contadini di Margherita di Savoia serve come il pane. È assurdo pensare che un agricoltore debba perdette i frutti del proprio lavoro per un giorno di pioggia o 3 mesi di siccità».