Oltre 60 mila euro spesi per non risolvere nulla. A Margherita di Savoia ogni volta è la stessa storia: città allagata, pompe che sono oggetto di vanto sui comunicati stampa in cui emerge che l’impianto funziona quando c’è il sole e invece quando piove non si mettono in moto, commercianti che buttano l’acqua fuori dalle proprie attività e cittadini bloccati in casa. Questa volta l’Acom non ci sta e per trovare una soluzione ha bussato alla porta del primo cittadino Paolo Marrano. «Negli ultimi 30 anni – afferma il presidente Salvatore Distaso – è bastata un pò di pioggia per allagare le strade di Margherita. Tutto ciò non è ammissibile perché i commercianti stanno soffrendo e vivono col timore di vedere la propria attività invasa dall’acqua. Noi chiediamo di trovate una soluzione al problema, collaborando con gli amministratori. Un rimedio già c’è ed è quello di aprire gli sbocchi che confluiscono nel mare e posizionati nelle spiagge libere».

Un rimedio usato un tempo ma efficace, come testimonia chi ha vissuto altre situazioni simili, anche se ci sono delle normative specifiche perché l’acqua dalle strade porta con se liquami e rifiuti. Oltre a questo aspetto, pare che la rabbia dei salinari sia proprio una questione di principio in ragione di cifre spese e di frutti mai raccolti. Bisogna procedere con ordine. Lo scorso 22 marzo in un’intervista fatta da noi all’ex assessore all’ambiente e oggi consigliere comunale Leonardo Lamonaca, dichiarava che dopo 50 anni la cittadina pugliese non si sarebbe più allagata, affermando che: «L’unico costo sostenuto dal comune è di 40mila euro, necessario per ripristinare le pompe di sollevamento dell’acqua e installare un impianto elettrico che si attivi automaticamente. Una spesa importante che evita perdite di tempo e di denaro negli interventi. Infatti non servirà più che vada l’impiegato di turno ad acquistare la nafta per attivare le pompe». A questo si aggiungono i 28.284,76 euro impegnati con la deliberazione di giunta numero 153 dello scorso 4 agosto per: «Intervento urgente per la riparazione di una idrovora», in quanto: «Il responsabile del settore tecnico finanziario, in conseguenza dell’avaria dell’ultima pompa in servizio, verificata l’esistenza di gravi condizioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità per l’allagamento dell’abitato cittadino». Insomma, tutti questi soldi e queste parole per ritrovarsi al punto di partenza se non peggio. La scusa della pioggia violenta non regge più, perché qualche centimetro d’acqua sarebbe stato plausibile, ma mezzo metro è un pò difficile da giustificare. E anche se la storia dei topi che hanno rosicchiato i cavi elettrici fosse vera, comunque si registra una falla nella manutenzione, perché se l’impianto fosse stato regolarmente controllato un buon manutentore si sarebbe accorto che qualcosa non andava.