Pasquale Cascella

«Con l’approvazione in Consiglio Comunale di una delibera di iniziativa popolare si è legittimato il diritto democratico dei 1200 cittadini sottoscrittori di una petizione su questioni delicate per l’intera città: per questo ho sempre auspicato che su un tema così significativo per il presente e il futuro di Barletta si ricercasse una soluzione ampia e condivisa, tale da coinvolgere l’intera comunità».Il sindaco di Barletta Pasquale Cascella torna sulle polemiche post-consiglio comunale e lo fa spiegando i passaggi che hanno portato all’approvazione della delibera sul monitoraggio ambientale: «L’approvazione della deliberazione avrebbe potuto avere questo segno, visto che il dibattito aveva già fatto emergere la disponibilità a più larghe adesioni. In effetti, un emendamento da me proposto per la più ampia condivisione, volto ad “approfondire e allargare lo spettro delle rilevazioni e delle analisi all’intera area industriale e all’insieme del territorio urbano”, è stato poi approvato all’unanimità. E’ risultato essere l’unico atto con questa ampiezza di consensi, ed è comunque significativo perché indica la volontà di favorire la chiarezza e l’efficacia degli interventi necessari. Purtroppo, un’altra mia proposta che avrebbe potuto evitare ogni divaricazione non è stata raccolta.  Il risultato resta, al di là dei numeri condizionati da qualche impuntatura su questioni nominalistiche e formali rispetto a questioni ordinamentali che, come tali, dovrebbero garantire tutti».

Consiglio Comunale del 29 novembre
Consiglio Comunale del 29 novembre

Ancora fresca è l’eco della discussione tra opposizione e maggioranza: «Credo che la politica abbia la responsabilità di mettere sempre l’interesse collettivo davanti a qualsivoglia convenienza di parte-evidenzia Cascella-Peccato per l’occasione mancata. Ma si dovrà recuperare. Per questo l’Amministrazione continuerà ad assolvere il proprio impegno, sulla scia di un monitoraggio attento a tutti gli effettivi valori di rischio, immaginando una città in cui l’ambiente sia compatibile con le attività produttive e queste sostengano le attività del terziario e il tessuto urbano nel suo insieme: dal centro alle nuove aree popolari. Non possiamo compromettere il futuro della città cedendo a contrapposizioni strumentali ma ritrovare l’unità dei cittadini sulle scelte a garanzia della salute pubblica, della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile».