DJ set al castello svevo, Alex Kennon

Alessandro in arte Alex Kennon vive ad Ibiza da molti anni ma non ha mai smesso di amare la sua cara città natale. Per questo negli scorsi mesi, in collaborazione con alcuni membri dell’amministrazione comunale Alex Kennon ha organizzato un DJ set in live trasmesso lo scorso giovedì, direttamente dal castello svevo di Barletta, durante il tramonto.

Un’iniziativa che ha raccolto grandi consensi e un incredibile successo con la trasmissione in live streaming in diversi Paesi del mondo e un’utenza di oltre 8 milioni di spettatori. Ci siamo fatti raccontare la genesi e le emozioni dell’evento direttamente dall’artista.

Storia, tradizione e musica si sono incontrati nel tuo DJ set: come hai creato quest’iniziativa e con quale intento?

«L’idea nasce con lo scopo da parte mia e di alcuni membri del comune, tra cui Gennaro Calabrese, Oronzo Cilli, Santa Scommegna e il sindaco Mino Cannito, di fare qualcosa in questa città, di creare un evento memorabile, dato il momento che stiamo vivendo non è stato possibile fare qualcosa con il pubblico e allora abbiamo pensato ad un DJ set in live, è sempre stato un mio desiderio poter fare un live streaming sul bastione del bellissimo castello di Barletta. Attualmente stiamo lavorando per creare anche un evento estivo che possa coinvolgere più generazioni e appassionati di musica.»

Cosa rappresenta per te, che sei spesso in giro per il mondo, la tua città d’origine?

«Barletta per me significa casa, qui c’è la mia famiglia. La mia iniziativa aveva l’obiettivo di portare qualcosa di nuovo in città per far capire che si possono realmente fare delle cose del genere viste le splendide location che abbiamo. Ho vissuto qui per 23 anni e mezzo, qui ci sono i miei amici e gli affetti più cari.»

Cosa ne pensi della scena musicale e artistica barlettana? A tuo avviso, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, cosa si potrebbe fare per dare spazio al talento artistico della nostra città?

«Personalmente ho dovuto lasciare la città per trovare la mia strada per una serie di dinamiche e per la specifica tipologia di lavoro che svolgo. La vita artistica barlettana è incentrata su determinati settori (tra cui ad esempio il teatro) e l’ambito della musica elettronica trova uno spazio limitato. Per me tornare qui, in questo momento, ha un senso profondo, perché racconto un’esperienza a chiunque abbia necessità o voglia di chiedermi un qualsiasi consiglio, sono infatti a disposizione. Proprio per questo stiamo lavorando a un evento futuro da fare qui a Barletta, nel quale gli artisti si possano interfacciare con chi come me ha realizzato il suo sogno, seppur all’estero. Una volta ho letto un libro di Spencer Johnson del 1998 che s’intitola “Chi ha spostato il mio formaggio” e racconta la storia di due topolini che cercano il loro formaggio che si sposta in un labirinto. Insomma, se il tuo formaggio si muove e non è qui, ti devi spostare e lo devi cercare. Io ho cercato il mio formaggio.»

L’imponente palcoscenico del castello di Barletta ha ospitato il tuo DJ set in live su MixMag una delle più importanti testate musicali del mondo, che emozione hai provato?

«Mi sono sentito il re del castello per un giorno, “The king of my castle” come diceva la canzone. Penso che se 1000 anni fa erano capaci di realizzare una struttura del genere e oggi siamo ancora a questo punto…forse non ci siamo evoluti così tanto (ride ndr). Scherzi a parte, ho apprezzato molto il momento, è stato davvero emozionante.»

Come hai selezionato i brani per la tua esibizione?

«La musica che ho utilizzato durante l’esibizione è composta maggiormente da brani miei personali; ho cercato infatti una linea che sposasse le immagini, l’ambiente, la storia la cultura con l’armonia».

Cosa consiglieresti a chi desidera intraprendere la tua stessa carriera?

«Consiglierei di certo di inseguire ciò che si sente dentro di sé e non pensare se sia giusto o sbagliato. A chi vuole fare il mio lavoro dico “Senti il cambiamento sotto le tue dita e cerca di migliorarti ogni giorno. Non si finisce mai di imparare, mai sentirsi comodi. Bisogna sempre inseguire il proprio formaggio.”».