Torna l’appuntamento con ‘’Come eravamo’’, la nuova rubrica di Barletta.news24.city che ripercorrerà pagine importanti della storia di Barletta. Al centro di questa narrazione, la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, segnati dalla lunga esperienza di Francesco ‘’Ciccio’’ Salerno alla guida della città.

Francesco Salerno, sindaco di Barletta dal 1997 al 2006

‘’E adesso realizziamo il programma’’- Stabilità, finalmente. Dopo un lungo periodo di continue crisi amministrative (dalla giunta Messina del 1976 a quella Dimiccoli del 1996 ben sedici amministrazioni in vent’anni), seguirono nove anni di continuità. Artefice fu il primario di radiologia, Francesco Salerno, ai tempi esponente della nuova formazione politica del Partito Democratico della Sinistra(poi Democratici di Sinistra), che vinse le elezioni del 1997 supportato da una coalizione di centrosinistra. I nove anni di Salerno(che amministrerà fino al 2006 ndr) furono sicuramente una risultante della nuova ‘’legge Bassanini’’, che prevedeva maggiori poteri al primo cittadino, ma non si può non tenere conto dell’abilità del politico nel mostrare un carattere decisionista e realizzativo. All’insegna dello slogan ‘’E adesso realizziamo il programma’’, un progetto destinato a cambiare definitivamente il volto della ‘’Città della Disfida’’, si insediò, il 16 gennaio 1998, la sua prima giunta. I principali problemi sul tappeto, negli intenti programmatici del sindaco, furono racchiusi in ben 13 proposte, partendo dal rilancio dell’iter per l’istituzione della sesta provincia pugliese.

L’anno successivo, si ebbero i primi frutti, quando, alla presenza dell’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, venne presentato il ‘’Parco Letterario Massimo D’Azeglio-Ettore Fieramosca’’, un progetto finalizzato al rilancio turistico-culturale nell’area territoriale comprensoriale del Nord Barese. Il comune di Barletta, in breve, nel quadro promozionale delle attività socio-culturale promosse e finanziate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, aveva adottato un percorso relativo al Parco Letterario e ispirato ad un’opera di Massimo D’Azeglio risalente al 1833, ‘’La disfida di Barletta’’. L’intento fu quello di promuovere, grazie a questa iniziativa, un’articolata attività turistica, capace di animare i luoghi, creando attorno all’evento una cornice di rievocazioni, nonché numerose attività ad essa collegate. Fu l’occasione, inoltre, per ripristinare il certame cavalleresco, ancor oggi una delle tradizioni più sentite dalla città di Barletta, ma assente dal lontano 1984. La rievocazione, realizzata a metà settembre del 1999, iniziò con l’annuncio alla città dato da araldi di cavallo, cui fece seguito la cerimonia d’investitura, il giuramento dei tredici cavalieri e, a concludersi della rievocazione, la sfida vera e propria nel consueto scenario del fossato del Castello.

La riapertura dell’Antiquarium, il Patto Territoriale Nord Barese Ofanto e il riordino urbanistico– Al progetto del Parco Letterario fece seguito la riapertura al pubblico, nell’aprile del 1999, del museo ‘’Antiquarium’’ di Canne, oggi frazione di Barletta.

Antiquarium di Canne della Battaglia

Ad illustrare, il significato e le prospettive della riapertura fu il soprintendente Giuseppe Andreassi, che tenne a sottolineare come tale iniziativa volesse essere un ‘’punto di partenza per convogliare energie ed interessi verso un sito che alle suggestioni annibaliche unisce testimonianze archeologiche dalla cui ricchezza l’Antiquarium è contenitore e sintesi”. Sempre nell’ultimo anno del primo millennio, nell’ambito del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino, il Comune di Barletta predispose tre delibere relative alla tutela della statua di Eraclio, al restauro del monumento di Porta Marina e al recupero storico ambientale dell’area costiera di Ariscianne Belvedere. Non sarà il solo intervento nell’ambito del finanziamento alle imprese. Infatti il Patto, nell’agosto dello stesso anno, finanziò 151 progetti impegnando 67 miliardi di lire. Le risorse erano state assegnate dal Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia per l’occupazione e lo sviluppo dell’area Nord Barese Ofantino, sulla base delle istruttorie dei progetti presentati, effettuate dal Banco di Napoli.

Il riordino urbanistico della città nel 2001 non poté che ripartire dal nuovo PRG (Piano Regolatore Generale) e dall’adeguamento alla normativa regionale vigente. La nuova amministrazione rassegnò ai progettisti l’incarico di completamento. Si trattò di un punto cruciale, dal momento che il precedente piano regolatore della città di Barletta risaliva al 1971 e che da allora non era mai stato uniformato alla legge regionale. La Regione, a fine marzo 2003, espresse parere favorevole, con prescrizioni, all’adeguamento del PRG alla L.R. 56/1980. Altro importante strumento urbanistico, fu l’attuazione del secondo PdZ(Piano di Zona ex lege n.865) attinente al piano costruttivo abitativo per il successivo triennio, mentre, quanto ai PPA(Piani Pluriennali d’Azione), furono progressivamente sostituiti dal PRUSST, PRU, PIP e PUG. Il PRUSST (Piano di Recupero Urbano e di Sviluppo Sostenibile del Territorio) fu approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici che, nella primavera del 2000, stanziò quattro miliardi di lire per la realizzazione di nuove infrastrutture nel Nord Barese e nel Sud Foggiano. Per il PRU (Piano Regolatore Urbano) a marzo del 2003 la Regione, su istanza del Comune, concedette il finanziamento di sette miliardi per opere di riqualificazione urbana (ad essere interessata fu l’area a Sud della ferrovia e le aree degradate della zona 167. Per quanto attiene al PIP(Piano per Insediamenti Produtti), fu redatto in variante al PRG. La variante avrebbe previsto l’individuazione di una vasta area di circa 100 ettari, area localizzata su via Foggia, nel perimetro compreso tra la bretella della SS 16 bis, l’asse ferroviario Barletta-Spinazzola e via Foggia. Più spinosa la situazione per il PUG(Piano Urbanistico Generale), con continui rinvii e per cui è stata presentata, lo scorso ottobre, una bozza dall’amministrazione Cannito, poi sfiduciata. Interessante, invece, l’apporto del Contratto di Quartiere, un piano che interviene con un insieme di azioni di carattere edilizio, sociale ed occupazionale e che punta al riequilibrio complessivo dell’area. Il piano si inquadra in un programma di finanziamento statale, dove il 65% dei fondi proviene dal Ministero delle Infrastrutture il restante 35% dalla Regione Puglia. Barletta fu ammessa, a fine 2003, al finanziamento di questo piano relativamente al quartiere Borgovilla-Patalini.

Il restauro del Castello e l’anno del Cinquecentenario della Disfida-Sul piano del restauro, capolavoro di Salerno fu quello di portare al termine, dopo trent’anni, i lavori al Castello e ai giardini circostanti.

Certame cavalleresco

La loro presenza, che funge da raccordo tra Castello e Cattedrale, ha implementato sicuramente il turismo della città oltre a costituire un’area funzionale per famiglie e bambini, che possono trascorrere giornate all’aria aperta e usufruire delle giostre. L’iniziativa di un cineforum, risalente alla successiva amministrazione Maffei, ha rappresentato inoltre un importante passo in avanti in senso culturale, completato dalla presenza della Biblioteca ‘’Loffredo’’ e dall’Archivio della Memoria.  Altro importante restauro fu quello, risalente a gennaio 2003, della Chiesa dei Greci, dopo nove anni di chiusura al pubblico. Essa presenta una preziosa iconòstasi, formata da una parete che divide il presbiterio dal luogo occupato dai fedeli, ed è in questo divisorio che sono incastonate le 24 icone. Degni di nota anche il recupero ambientale dell’area costiera di Ariscianne e il piano Ambasz.

Il 2003 tuttavia, fu soprattutto l’anno del Cinquecentenario della Disfida. Diversi furono i momenti celebrativi, che ebbero naturalmente il loro apice tra il 12 e il 13 febbraio. Identità di valori per allestire un vero e proprio ‘’teatro di memoria’’, che ben si diversificava da altre forme di spettacolo visibili in altre parti d’Italia e il cui successo era affidato al mero divertimento. Fu l’occasione per fare un salto nel passato, recuperando quell’ambientazione rinascimentale che rese grande l’Italia e che coincise con l’affermarsi di artisti di spessore mondiale. Due giorni che partirono con un convegno tenutosi nel Teatro ‘’Curci’’, ‘’Il contesto e la memoria’’ e che si chiusero con il certame del 14 settembre. Iniziative che coinvolsero con entusiasmo il pubblico: furono 7mila infatti a rispondere presenti alla rievocazione che si tenne nel fossato del ‘’Castello’’, preceduta da uno spettacolo di sbandieratori, trombettieri, musicisti e artisti di strada.

Le due Medaglie d’Oro-Sotto il doppio mandato Salerno furono appuntate sul gonfalone della città due Medaglie d’Oro(record per la Puglia): la prima al merito civile(1998) e la seconda al valor militare(2004), entrambe arrivate per l’importante contributo di Barletta nel contesto della ‘’Resistenza’’. Un risultato prestigioso e lungamente preparato grazie al paziente lavoro della professoressa Maria Grasso(figlia del colonnello Grasso, tra i principali

Ciampi insignisce Barletta della ”Medaglia d’Oro al Valor Militare”

protagonisti nell’opposizione ai tedeschi ndr) e del marito Giuseppe Tarantino, implementato dalla documentazione fornita dallo storico tedesco Gerhard Schreiber. 2 aprile del 1998, data da non dimenticare: l’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, conferì la Medaglia d’Oro al merito civile, perché Barletta, occupata dalle truppe tedesche all’indomani dell’armistizio, si rese protagonista di una coraggiosa e tenace resistenza e per questo fu oggetto di una feroce e sanguinaria rappresaglia, in cui contò numerose vittime tra i militari del locale Presidio e i civili che, inermi e stremati dalla privazioni, furono in molti casi passati per le armi. La medaglia venne consegnata alla città dal ministro dell’Interno, Giorgio Napolitano con una duplice cerimonia, la prima svoltasi il mattino presso il Monumento ai Caduti, e l’altra di sera in un suggestivo Teatro ‘’Curci’’. 5 anni dopo, il secondo e importante riconoscimento. Il 25 aprile del 2004, nel corso di una cerimonia solenne, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, insignì la città della Medaglia D’Oro al valor militare, che rappresentò il riconoscimento e per il ricordo di quel movimento spontaneo e patriottico che i soldati del loco portarono avanti nell’opporsi alle truppe tedesche nei giorni successivi all’armistizio dell’8 settembre del 1943.

Il 2004: la Sesta Provincia, l’ospedale e il palazzetto- Un’aspirazione lunga duecento anni per un positivo e meritato epilogo. Il 19 maggio del 2004 si coronò il sogno di Barletta che divenne capoluogo, seppur in forma policentrica con Andria e Trani, della nuova provincia di Barletta-Andria-Trani(Bat). Non è questa l’occasione per porre in rassegna tutti i momenti e le fasi che portarono all’istituzione dell’ente locale, ci limiteremo all’ultime iniziative. Il 3 settembre 1999 dodici città del Comprensorio Nord Barese(avevano intanto aderito anche Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli ndr) sottoscrissero un documento unitario per l’istituzione della nuova provincia(con l’iniziale adesione, poi venuta meno, di Ruvo e Corato, che fu presentata al premier Massimo D’Alema. Poi, le solite lentezze all’italiana, la crisi del governo D’Alema, lo scioglimento delle camere, e la nuova legislatura a guida Berlusconi che partì nel 2001. La nuova proposta, risalente al 2001, passò prima in Commissione Bilancio e Tesoro, poi fu discussa alla Camera che, il 29 ottobre 2003, approvò il disegno di legge definitivamente ratificato in seguito con il voto del Senato del 19 maggio del 2004. Finalmente, provincia! Un traguardo che motivò personalmente lo stesso Salerno, che decise di dimettersi un anno prima della fine del mandato(2006, mentre la scadenza era fissata per il 2007) per candidarsi, con la sua formazione de ‘’La Buona Politica’’, alla presidenza dell’ente e di concorrere nelle elezioni del 2009. Sarà tuttavia battuto dall’esponente di centrodestra, Francesco Ventola. Una sconfitta che di fatto segnerà la fine della sua attività politica, cui seguirà l’anno successivo la morte per arresto cardiaco(10 settembre 2010).

Prima della chiusura del suo mandato, in quello che fu un 2004 colmo di soddisfazioni, una duplice inaugurazione. Prima, il nuovo palazzetto dello Sport ‘’Mario Borgia’’, inaugurato il 9 giugno sulle note dell’Inno di Mameli’’, in un’area compresa tra via Leopardi e via D’Annunzio, poi il nuovo ospedale ‘’Mons.Raffaele Dimiccoli’’(14 luglio 2004). Classificato come ‘’ospedale di eccellenza’’, diventerà nel corso degli anni un punto di riferimento per i cittadini della sesta provincia pugliese, nonché polo di eccellenza a metà strada tra il Policlinico di Bari e la ‘’Casa Sollievo della Sofferenza’’ di San Giovanni Rotondo.

A cura di Giacomo Colaprice