Può una paninoteca scuotere le coscienze di un’intera città? A giudicare dal sentore dei social, a Barletta sì. E’ ormai di dominio pubblico il caso di Tommaso e Leonora, titolari di una concessione per la loro attività commerciale da 27 anni: lo scorso 25 ottobre il consiglio comunale aveva approvato a maggioranza una modifica sostanziale al nuovo regolamento per il Commercio su Aree Pubbliche. Il “ritocco”, nei fatti, ha penalizzato l’unica attività di questo genere presente sul litorale di ponente di Barletta cioè la famosa paninoteca mobile di Tommaso, nota in città come “da Tommasone”.

Tra le motivazioni ostative al termine della concessione, previsto nel 2020, l’ostacolo che l’attività commerciale comporterebbe rispetto alla vista del mare. Proprio quel tanto atteso waterfront che per Barletta ha lentamente acquisito le dimensioni di una moderna araba fenice. Curiosi, ci rechiamo sul posto, con il “camioncino del misfatto” assente. Ci aspettiamo palme, sabbia spianata e un mare che colma l’orizzonte: invece ci troviamo di fronte a uno slargo alle cui spalle vi è una barriera artificiale fatta da cisterne e palizzate di un lido. Le foto sono testimoni eloquenti di una finestra sul panorama.

 

Non staremo qui a discutere di quanto la giustizia e la legge acclareranno nel tempo. Resta però sullo sfondo una consapevole riflessione: è complicato sottovalutare l’animosità popolare che la vicenda ha scosso. Il panino al volo, quello mangiato dopo una partita di beach volley o al termine di una passeggiata sul lungomare, è una tradizione dura a morire per i barlettani. E fissando quella palizzata, oltre la quale si vedono sterpaglie, una spiaggia poco curata e un mare nel quale difficilmente viene voglia di tuffarsi nella bella stagione, un interrogativo sorge spontaneo: sarà proprio quello slargo, di pochi metri su oltre due chilometri dedicati alla memoria di Pietro Mennea, a non far sì che Barletta e il suo waterfront stentino a decollare?