Oltre 16.400 interazioni e 680 risposte. Questi i risultati dell’evento espositivo dedicato ai silos granari del porto di Barletta dal titolo “Nudge: l’architettura delle scelte”, svoltosi lo scorso sabato, 20 giugno 2020, sulla piattaforma Facebook (https://www.facebook.com/events/663936174156588/) e curato dagli architetti M. Alessandra Rutigliano e Massimiliano Cafagna con il supporto del graphic designer e professore dell’Università degli Studi di Urbino Francesco Delrosso.

Con il termine “nudge” il premio nobel per l’economia R. Thaler si riferisce a quella che in italiano potremmo definire “spinta gentile”, ossia quel momento, riflessione, contingenza in grado di cambiare profondamente il corso di un evento dall’esito, apparentemente, già noto. La mostra, proponendosi, dunque, come una possibile “spinta gentile” nei confronti dei processi decisionali a scala urbana, propendenti, al momento, verso l’abbattimento delle imponenti architetture del porto pugliese, ha animato nella giornata di sabato 20 giugno 2020 il dibattito pubblico, svincolando l’immagine dei silos granari da quella di semplici edifici della produzione senza un possibile futuro.

L’evento espositivo si è strutturato secondo tre filoni principali: i silos come segni della storia industriale, i silos come elementi propulsori del cambiamento sociale ed economico, i silos come macchine dell’immaginazione.

Il tutto si è svolto come trasposizione in chiave virtuale di un percorso espositivo fisico, lasciando che il senso di lettura dei contenuti proposti potesse risultare immediatamente chiaro e spoglio di qualunque sovrastruttura. Esclusivamente contenuti visivi ritmati dallo scorrere del tempo. Un unicum fluido durante il quale alle fotografie storiche del sito ed alle riflessioni prodotte nel tempo da famosi architetti e fotografi sul tema dei silos granari (dagli scritti di Le Corbusier, alle fotografie di Berndt e Hilla Becher) si sono susseguiti video e immagini relativi a esempi riusciti di riconversione e rigenerazione urbana che hanno coinvolto i silos di città come Guangzhou, Catania, Shangai, Buffalo, Cape Town, Brim, con l’obiettivo di rendere vividi, nell’immaginario collettivo, i possibili scenari a cui andare incontro mantenendo in vita i silos del porto di Barletta.

Un diagramma a blocchi che ha affiancato alla storia, alla ricerca ed ai riferimenti progettuali, il lavoro vivo e contemporaneo di oltre cinquanta architetti, designers, grafici, studi di architettura, collettivi e artisti di fama nazionale ed internazionale. In cosa potrebbero trasformarsi i silos se non venissero abbattuti, cosa diventerebbe il porto di Barletta senza la loro architettura, quali sarebbero le conseguenze spaziali di questo processo: queste le domande a cui, con le loro opere, hanno cercato di dar risposta i partecipanti, rendendosi protagonisti della costruzione di un vero e proprio quadro sinottico delle possibilità che potrebbero portare i silos del porto di Barletta a trasformarsi radicalmente, passando da zona di traffici commerciali ad area di traffici culturali.

Quello proposto dagli architetti Massimiliano Cafagna e M. Alessandra Rutigliano potrebbe, dunque, essere considerato come un esperimento architettonico che, rompendo la consueta dicotomia del pensiero in merito a processi urbani di tale portata, ha intrapreso una terza via, quella dell’immaginazione, intesa come una sorta di elemento mitigatore tra ciò che c’è e ciò che potrebbe esserci (o non esserci) al posto delle grandi macchine produttive del porto barlettano. Le immagini prodotte dai partecipanti, afferenti alla dimensione “onirica” del mondo dell’architettura, hanno cercato di ampliare e superare i limiti spazio-temporali a cui tutti noi siamo abituati, con il solo obiettivo di costruire una solida struttura portante per quelle che potranno essere le scelte e le riflessioni personali e comunitarie relative alla tutela o all’abbattimento dei silos stessi.

I contenuti della mostra ed il percorso dialettico con essa avviato, proponendosi come quella possibile “spinta gentile” per l’avverarsi di una importante operazione di rigenerazione urbana in grado di muoversi trasversalmente ed in maniera inter scalare tra territorio, città, architettura e paesaggio, entreranno a far parte di una pubblicazione cartacea sul tema dei silos granari che vedrà associate, alle immagini ed ai testi prodotti dai contributori, non solo saggi di importanti ricercatori, professori e architetti, ma anche approfondimenti storico-architettonici e progettuali.

Il lavoro svolto in questi mesi dai curatori troverà, inoltre, una sua continuità in un nuovo evento espositivo, un “Nudge 2.0” che coinvolgerà non solo i tanti architetti che hanno mostrato interesse nei confronti dell’iniziativa e della tematica, a fronte della mostra appena conclusa, ma anche rinomati autori di opere di street art locali, nazionali ed internazionali. Dopo aver guardato ai silos granari del porto di Barletta da terra, si ribalterà la prospettiva e li si osserverà dal mare, al fine di rinsaldare il rapporto tra città e costa, tra storia e contemporaneità, tra interno ed esterno, tra architettura e monumento, tra visione e concretezza, nel tentativo di mettere a sistema le loro numerose potenzialità.

 

IL LINK PER VEDERE TUTTE LE FOTO: (https://www.facebook.com/events/663936174156588/)