“Io sapevo che le mie foto avevano un valore: ci ho messo sempre tutto il mio cuore, tutta la mia intelligenza, ora è curioso vederle premiate a 30 anni di distanza”.Oltre 200 scatti, provini e vintage print inediti provenienti da un archivio storico, insieme a riviste, pubblicazioni, film e interviste.  Non solo “Fotografa della mafia” ma anche testimone della vita e della società del nostro Paese attraverso un’intensa attività di denuncia passata dalla cronaca alla questione femminile, dai problemi ambientali ai diritti dei carcerati, cambiando veste ma restando sempre una testimone di immagini forti e dirette: Letizia Battaglia, 82 anni e un appassionato impegno politico e sociale che la contraddistingue dall’avvio della sua attività professionale, è riconosciuta come una delle figure più importanti della fotografia contemporanea non solo per i suoi scatti saldamente presenti nell’immaginario collettivo, ma anche per il valore civile ed etico da lei attribuito al fare fotografia. “Io sono Palermo”, racconta di sé l’autrice. La sua lectio magistralis con tocchi di “barlettanità” (moderata dall’autore e scrittore Tommy Dibari e moderata dalla referente Fiof Maria Lanotte) è stata tra gli eventi domenicali della 13esima edizione della convention Orvieto Fotografia 2017: Palazzo del Popolo e la Sala dei Quattrocento hanno accolto l’emozionante racconto di un album ininterrotto.

Fotografa, con reportage sempre coraggiosi e incisivi per il quotidiano “L’ora” di Palermo, ma anche regista, editrice, ambientalista, consigliere comunale e deputato regionale (“La politica deve essere bellezza, servizio, fare le cose, non trattativa con altri poteri”). 20 anni di attività sempre sul campo, a testimoniare momenti difficili come gli omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in una Sicilia che non ha mai voluto abbandonare: sempre capace di raccogliere emozioni e di emozionarsi, come successo oggi sul palco davanti a una sala gremita. “Nonostante i tanti momenti difficili, non ho perso la speranza. Negli anni ’70 si pensava di cambiare il mondo con la  violenza, ora serve farlo con la parola, la formazione, la costruzione di valori. L’impegno civile è fattore di cambiamento”. Arte, impegno, coscienza e cuore ne hanno sempre guidato le traiettorie. I lavori di Letizia Battaglia passano dalle proteste di piazza a Milano negli anni Settanta al volto di Pier Paolo Pasolini, dai tanti morti per mafia alla inconsapevole eleganza delle bambine del quartiere della Cala a Palermo; e ancora le processioni religiose, lo scempio delle coste siciliane, i volti di Piersanti Mattarella e del feroce boss Leoluca Bagarella. Da una settimana ha ricevuto l’incarico di direttrice del Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, mentre oggi a Orvieto ha lasciato tracce importanti di coraggio e professionalità, valori irrinunciabili: “Credo nelle nuove generazioni, quella precedente però non ha lasciato un buon terreno. Ma, cari ragazzi, c’è da sbracciarsi e faticare tanto”.