“La provincia di Barletta Andria Trani presenta il più basso livello di sviluppo della Puglia e uno dei più bassi delle province del Mezzogiorno. Una conclusione alla quale si arriva analizzando una serie criticità ma che contiene anche in sé una sfida da cogliere: risalire la china partendo da alcuni di potenziali inespressi di cui questo territorio detiene i primati: l’agroalimentare e turismo per creare anche nuove opportunità occupazione lavoro. Ma bisogna considerare che stiamo vivendo l’epoca, anche a causa del Covid, del lavoro che cambia e delle trasformazioni tecnologiche stanno avendo conseguenze anche sulla qualità stessa del lavoro”. La riflessione in occasione del 1° maggio è del segretario generale della Cgil Bat, Biagio D’Alberto, a margine delle commemorazioni che si sono svolte a Bisceglie e ad Andria con gli omaggi alla figura di Giuseppe Di Vittorio davanti ai due monumenti che campeggiano in piazza Vittorio Emanuele II a Bisceglie e davanti alla Camera del lavoro ad Andria. Nella mattinata, inoltre, si è svolto anche un incontro a Barletta davanti alla nuova Camera del lavoro e poi un momento di riflessione in via Roma, il luogo dove il 3 ottobre del 2011 crollò la palazzina e morirono cinque giovani donne. A Trani i vertici della Camera del lavoro hanno deposto un mazzo di fiori sotto la targa in piazza Cesare Battisti ricordando i caduti sul lavoro

“Siamo di fronte ad un nuovo modo di produrre e commercializzare beni e servizi – prosegue D’Alberto – che sta però cambiando le dinamiche del mercato del lavoro e la vita sociale dei lavoratori. Trasformazioni guidate dall’intreccio tra digitalizzazione e innovazione. C’è anche un’altra sfida che è quella della sostenibilità sociale dentro il nuovo sistema economiche che crea nuova ricchezza e maggiore benessere: chi prima riesce a cogliere le opportunità della transizione e il vantaggio offerto delle nuove tecnologie avrà più e chance e così le aziende potranno creare nuovi posti di lavoro. Bisogna capire però come governare questi cambiamenti nel senso che se lasciamo che avvengano in maniera ‘spontanea’ potranno portare a un peggioramento della situazione occupazionale perché spingere le imprese verso l’innovazione tecnologica e verso la cultura digitale determina inevitabili cambiamenti sulla qualità e sulla quantità del lavoro e quindi sulla vita sociale delle persone. Questi processi non vanno lasciati all’organizzazione individuale delle aziende ma è necessario regolarli con le relazioni sindacali e contrattuali, accordi che salvaguardino le condizioni sociali del lavoratore soprattutto perché in questa fase la creazione delle nuove attività spesso priva gli addetti della copertura previdenziale e della regolamentazione della stessa attività. Nuovi servizi generano nuovi posti di lavori ma anche purtroppo impoverimento degli strumenti di tutela fondamentali, la sfida è salvaguardarli e proteggerli. Ed è l’impegno che prendiamo in questo 1° maggio, in questa festa del lavoro che cambia”, conclude il segretario generale della Cgil Bat.