Cementeria di Barletta


«C’è sempre un non detto nella politica e nelle campagne elettorali di Barletta. Questo non detto si chiama Cementeria. In altre realtà, con situazioni simili o assimilabili, solitamente ci si trova di fronte a un dilemma: priorità al lavoro, alla leva per l’economia o priorità all’ambiente, alla salubrità dell’aria? Per Barletta questo dilemma non esiste. Perché, comunque si guardi alla Cementeria, si tratta di un investimento sbagliato per Barletta. Sul fronte della ricaduta economica, Barletta riceve poco o nulla da questa azienda. Nella gestione attuale (ma vale per quasi tutte le gestioni e proprietà precedenti) gli utili sono investiti altrove: è un dato di fatto, i profitti realizzati a Barletta diventano ricchezza per altri e diversi territori. Al contrario la Cementeria ha pesantemente condizionato, e in negativo, scelte strategiche (come ad esempio la vicenda/scelta del sottopasso di via Andria). L’impatto in termini di lavoro, di occupazione è bassissimo. Rimane un piccolo, ridotto numero di addetti alla produzione, che è impensabile non si riesca a dirottare verso nuove e più salubri mansioni. Prima fra tutte la bonifica dei luoghi. Luoghi che, lo dico per dare un’idea agli eventuali distratti, occupano oltre 240mila mq, nel cuore della città. Quasi 25 ettari! Invece che essere fonte di sviluppo, la Cementeria è dunque un vero e proprio tappo allo sviluppo della città, alle opportunità che verranno dagli investitori nei prossimi anni, a partire dall’utilizzo dei fondi del PNRR».

Cementeria di Barletta_compressed
«L’altro corno del dilemma è l’inquinamento. E qui oramai ci sono pochi dubbi, almeno per chi abbia il coraggio di guardare negli occhi la realtà. Ha fatto notizia per qualche giorno, poi sommersa da altre e meno serie questioni, il monitoraggio sulle unghie dei bambini che ha dimostrato una concentrazione abnorme di metalli pesanti, di sostanze nocive e cancerogene. La sfida che lancio, e spero sia raccolta da qualcuno degli attori sulla scena politica cittadina, è affidare tutti controlli, tra cui essenziale la verifica sui fumi, a una realtà davvero terza. E quando dico terza, intendo esperti stranieri: proponiamo la verifica a una azienda tedesca o norvegese. Dunque, come è evidente, la Cementeria è un gioco a perdere, sia dal punto di vista dell’economia sia dal punto di vista dell’ambiente. Per il bene della città, per il suo sviluppo, è doveroso aprire una trattativa con la proprietà attuale. Una trattativa con alcuni obiettivi chiari: chiusura della unità produttiva a Barletta, bonifica dei luoghi, reinserimento lavorativo degli addetti e/o accompagnamento verso la pensione, progetti seri e documentati per riutilizzo dell’area, di concerto con la proprietà, di questa enorme area. Solo a questa altezza ha senso discutere del futuro di Barletta».

ingegner Franco Dimiccoli